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1) Dizion. 5° Ed. .
GATTA.
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GATTA.
Definiz: Sost. femm. La femmina del gatto. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 181: Se andando per via, e toccassegli uno asino, o una gatta, o un topo, allora si credono essere immondissimi.
Esempio: Nov. ant. B. 93: Il topo si nascose tra la farina, e la gatta si mangiò la crostata.
Esempio: Vill. M. 234: Una gatta accresciuta e nutricata in quella casa se ne andò al fanciullo, e cominciolli a rodere la testa, ec.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 210: Ci cacciano in cucina a dir delle favole con la gatta.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 198: Feciono pigliare una gatta di quelle della casa: e tolto il cappone che era nella cassa, vi misono la gatta.
Esempio: Tass. Rim. 4, 1, 216: O gatte, Lucerne del mio studio, o gatte amate, Se Dio vi guardi dalle bastonate, ec.
Esempio: Dav. Oraz. 479: Così doveva egli, in vece di morione in testa, portare un capo di gatta, di cui s'era mangiato il cervello, per impresa e trofeo di suo impazamento.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 30: Faceva andare in fregola Didone, Come una gatta bigia di gennaio.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 1, 16: Sedeva al dirimpetto Boccadoro, Uomo usato a portar la vettovaglia Di trippe per la gatta, e poi tra loro Venderla per vil prezzo alla ciurmaglia.
Esempio: Vallisn. Op. 2, 162: A dì 2 di marzo feci uccidere una golosissima gatta, che avea il ventre gonfio.
Definiz: § I. In locuz. figur. –
Esempio: Dant. Inf. 22: Tra male gatte era venuto il sorco.
Definiz: § II. Figuratam., detto per dispregio di donna fiera. –
Esempio: Bern. Orl. 17, 62: Onde vi prego e conforto a lasciare Questa gatta, c'ha troppo duro artiglio:... Se non ci ha visti ancor possiam campare, Ma s'addosso ci ha posto il fiero ciglio, ec. (parla di Marfisa).
Definiz: § III. Gatta si chiamò una Specie di nave coperta. –
Esempio: Murat. Dissert. Antich. ital. 1, 432: Anche certo navi coperte, sotto le quali si ascondevano i soldati, riportarono il nome di gatte.
Definiz: § IV. Gatta di Masino, dicesi ad Uomo che finge d'esser semplice, e non è. –
Esempio: Lipp. Malm. 7, 69: Guardate qui la gatta di Masino, Che riprendeva il vizio ed il peccato, ec.
Esempio: Not. Malm. 2, 596: La gatta di Masino. Questa fingeva d'esser morta, e non era: e però vuol dire Uomo finto, Uomo che fa il semplice e non è.
Definiz: § V. Gatta di piombo, dicesi familiarmente di Persona lenta nelle sue operazioni; e più spesso adoperasi pcr stimolare alcuno ad affrettarsi.
Definiz: § VI. Gatta morta, dicesi di Persona che finge d'essere mansueta e umile. –
Esempio: Saccent. Rim. 2, 64: Che sebben la vedete gatta morta, L'ha di gran bile, e guaj se gli s'infiamma.
Definiz: § VII. Cervello di gatta. –
V. Cervello, § IX.
Definiz: § VIII. Occhio di gatta, è nome volgare d'una varietà di quarzo. –
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 16, 1: Occhio di gatta. Una gemma assai dura e difficilissima ad intagliarsi, che fra le gioie bianche non tiene l'ultimo luogo. À in sè una certa luce a guisa delle pupille degli occhi, la quale getta fuori i suoi splendori, quando da una, quando da un'altra parte. Trovasi in Caramania e nell'India. È detta Occhio di gatta per lo trasparire che fa la sua luce, a guisa dell'occhio del gatto: i moderni la chiamano Bell'occhio.
Esempio: Cellin. Pros. 43: Questa sorte di rubino era grosso, e tanto limpido e fulgente, che tutte le foglie che se gli mettevano sotto lo facevan fare un certo modo di lampeggiare, quasi somigliandosi al girasole o all'occhio di gatta.
Esempio: Fag. Rim. 2, 158: Non maraviglia, fralle più splendenti Gioie, se se ne trova una sì bella Che Asteria ab astro la dicean le genti: E perchè al gran chiaror che tramand'ella Non ben torna tal nome, da i periti Occhio di gatta con ragion s'appella.
Definiz: § IX. Testa di gatta, è nome di una Specie di mela. –
Esempio: Magal. Sidr. trad. 24: Per la sì madornale e sì pesante Testa di gatta e la leggiadra Russet, Che bianca e rossa in rubidetto ammanto Qual ninfa appare.
Definiz: § X. Andare alla gatta pel lardo, vale Andare a ricercare uno di cosa, la quale piaccia a lui smisuratamente, o che, avendola, non sia per cederla, o la ceda solamente a prezzo carissimo; e talora altresì Ricercare alcuno di un favore che non voglia fare di buon grado. –
Esempio: Cecch. Diss. 3, 3: Veggiamo se noi troviam Simone: forsechè egli ci troverà qualche riparo. S. I' so che voi volete andare alla gatta pel lardo.
Esempio: Fag. Comm. 4, 82: Parlerò dunque al tutore, e la chiederò a vostro nome. A. No, s'egli la vuol per sè; appunto n'anderemmo alla gatta pel lardo.
Esempio: E Fag. Rim. 2, 169: Se scioccamente andrò cosa chiedendo, Che taluno per sè vuole e pretende, Alla gatta pel lardo andare intendo.
Definiz: § XI. Andare alcuno a vedere affogare, pescare o ripescare la gatta, o Mandare alcuno, a vedere affogare, pescare o ripescare, la gatta, si disse proverbialmente, per Lasciare di attendere, o Fare che alcuno lasci di attendere, ai fatti proprj, per tenere dietro a qualche vanità o sciocchezza datagli a intendere a fine d'ingannarlo. –
Esempio: Gell. Err. 2, 5: Ho ordinato di mandar mógliama a veder ripescar la gatta.
Esempio: Crusc. Vocab. I: Andare a vedere affogare, pescare, o ripescar la gatta, si dice, di coloro che agevolmente si dà loro a credere ogni sciocchezza e vanità, e lasciansi ingannare: da una favola d'un mugnaio che mandò un sempliciotto a vedere affogar la gatta, per rubargli intanto della farina.
Definiz: § XII. Andare le gatte in zoccoli, Ballare, e simili, le gatte in zoccoli; maniera proverbiale che significa, Esser grande allegrezza fra più persone, Farsi fra esse gran festa. –
Esempio: Cecch. Donz. 4, 3: In questa Casa hanno a ir staser le gatte in zoccoli.
Esempio: E Cecch. . 5, 9: E perch' i' vo' che e' ballino Per l'allegrezza insin le gatte in zoccoli.
Esempio: E Comm. ined. 1. 159: Il medico, la vedova, La Livia, infin a le predelle, ballano: E voglion fare andar le gatte in zoccoli.
Esempio: E Acq. Vin. 1, 1: A tempo tuo s'usavono andar le gatte in zoccoli.
Definiz: § XIII. Avere alle mani una gatta a pelare, o semplicemente Avere, una gatta a pelare, dicesi familiarmente, per Avere alle mani, Fare, Trattare, cosa assai malagevole, imbrogliata, o fastidiosa.
Definiz: § XIV. E nel medesimo senso trovasi, in modo assoluto, Avere la gatta. –
Esempio: Pataff. 3: A questo tratto, tu pur hai la gatta, Che tonder non fare'tene a Capocchio.
Definiz: § XV. Cascare in piedi, o ritti, come le gatte, Saltare, in piedi, o ritti, come le gatte, vale Ricavar impensatamente vantaggio da cosa che avrebbe dovuto recar danno. –
Esempio: Lipp. Malm. 1, 32: Egli è pur desso! Orsù, ch'io casco in piè, come le gatte.
Definiz: § XVI. Comprare gatta in sacco o Vendere gatta in sacco; è maniera proverbiale che significa, Comprare o Vendere una cosa senza che il compratore si chiarisca se essa è di buona o cattiva qualità; anche figuratam. –
Esempio: Bocc. Laber. 89: Se tu e gli altri, che le gatte in sacco andate comperando, spesse volte rimanete ingannati, niuno maravigliar se ne dee.
Esempio: Bellinc. Rim. F. 1, 198: Comperate pur voi la gatta in sacco.
Esempio: Borgh. V. Lett. IV, 4, 166: Non credo sia bene comprar gatta in sacco.
Esempio: E Borgh. V. Lett. 1, 246: Dell'Indice lasciatomi non saprei che mi vi dire,... perchè in effetto il comperare gatta in sacco, come voi sapete, è biasimato dal comun proverbio, e bisognerebbe vedere questi libri in viso, a voler dir cosa certa.
Esempio: Salv. Spin. 4, 1: Ci vuol altro che ricciolini, e vezzi, e faldiglie,... quando e' s'ha a far con persone che voglion toccar con mano, e non comprar gatta in sacco.
Esempio: Dat. Lepid. 85: Voleva ch'egli le vedesse (un branco di mule), per non comprare gatta in sacco.
Esempio: Fag. Rim. 2, 168: Quando da rivestirmi un panno io stacco, Vo' veder se la roba è fresca e nuova, E dico ch'io non compro gatta in sacco.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 258: Avrebbe potuto il Maestro del Saggio.... metterne (dei fiorini d'oro) dentro alle borse de' non legali, e danneggiare per conseguenza coloro che ricevessero in pagamento le borse, comprando, come si dice nel volgar proverbio, gatta in sacco.
Definiz: § XVII. Dire alla gatta gatta, e più distesamente Dire alla gatta gatta e non micia, ovvero Dire la gatta gatta o Chiamare la gatta gatta, propriamente vale Chiamar le cose co' loro nomi; ma usasi figuratam. per Dire le cose senza rispetto, Dire chiaramente come elle stanno, Manifestare liberamente l'animo proprio. –
Esempio: Varch. Lez. Pros. var. 2, 199: Non dovea nè tacerlo nè addolcirlo con un verbo meno odioso,... perchè infino agl'idioti dicono che la gatta s'ha a chiamare gatta, e non mucia o boncia.
Esempio: E Varch. Suoc. 5, 1: Facciamo a dire il pane pane, e non chiamiamo la gatta mucia.
Esempio: Grazz. Lett. V. 141: Quei pazzaccioni piacevoli, onorevoli, graziosi e dabbene, che sempre stanno allegri, sempre ridono e, dicendo gatta alla gatta, e non micia, ogni cosa pigliano in buona parte ed in burla.
Esempio: Cecch. Dot. 1, 1: Mi par che dia in non nulla; esci ad un tratto; Di' alla gatta gatta.
Esempio: E Comm. ined. 2, 495: Io sono Uso dire alla gatta gatta.
Definiz: § XVIII. Esser piuttosto mucia che gatta, vale figuratam. Esser piuttosto d'indole buona che cattiva. Proverbio preso dalla differenza che parlando si pone tra la gatta domestica e agevole, che per vezzo si chiama mucia o micia, e la gatta straniera alla casa e che abbia sempre del selvatico. –
Esempio: Car. Apol. 4: L'affronto c'avete fatto al Caro, v'ha messo a le mani una mala gatta a pelare: non già per lui (perchè egli è più tosto mucia, che gatta), ma per la briga, che per suo conto v'avete tirata a dosso.
Definiz: § XIX. Far la gatta di Masino, vale Far le viste di non vedere, Fingere di non accorgersi di checchessia, e più spesso per insidia. –
Esempio: Varch. Stor. 3, 226: Fra queste occisioni Niccolaio.... se n'andò solo con otto o dieci a Pistoia; e perchè coloro ch'erano a guardia della porta, o nollo conobbero, o nollo vollero conoscere, facendo, come fu dotto e scritto allora, la gatta di Masino, entrò dentro.
Esempio: E Varch. Ercol. 112: Non già che abbiamo da potere sprimere con una voce sola quello che i Latini dicevano connivere, cioè fare le viste, o infingersi, di non vedere, e proverbialmente Far la gatta di Masino.
Esempio: Cecch. Dichiar. Proverb. 43: Tu fai la gatta di Masino, la quale chiudeva gli occhi, quando i topi passavano. Si dice a chi fa vista di non vedere una cosa.
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 2, 66: Ma Fille fa la gatta di Masino, E di quello stupor prende diletto.
Esempio: Fag. Rim. 2, 164: Così quand'un fa il goffo e il babbuino, Che per altro non è punto minchione, Si dice: E' fa la gatta di Masino.
Esempio: E Fag. Comm. 5, 456: E far come faceva la gatta di Masino.... S. E che facev'ella, questa gatta sì di garbo? M. Questa gatta accorta, chiudeva gli occhi quando prima aveva visto i topi, i quali, balordi, supponendo che ella fusse cieca, venivan fuori, e essa metteva loro l'ugna addosso; e questo vuol dire, che si dee veder prima quel che mette conto, e chiudere gli occhi poi per metterlo in sicuro.
Definiz: § XX. Far la gatta morta, vale Star quatto quatto, e quasi senza dar segno di vita, come fa la gatta quando vuole slanciarsi contro la preda. –
Esempio: Tasson. Secch. rap. 3, 35: Una volpe che fa la gatta morta Spiegano Collegara e Corticella.
Definiz: § XXI. E per similit., detto di persona che si finga morta. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 462: Il ghiotto, ha rotte l'ossa A tutti a far la gatta morta; ma E' non ci era bisogno già di manco.
Definiz: § XXII. E figuratam., vale quanto Far la gatta di Masino; ed anche Simulare d'esser rimesso e semplice, Fingersi balordo. –
Esempio: Bellinc. Rim. F. 1, 152: Vuolsi tacere e far la gatta morta, E mostrar d'aver ben la vista corta.
Esempio: E Bellinc. Rim. F. 2, 104: Egli è tempo aprir gli occhi e parer cieco,... E far la gatta morta, e ir pian piano.
Esempio: Cecch. Stiav. 4, 5: Perchè, se bene e' fa La gatta morta, da quest'acque chete Ti guarda.
Esempio: E Cecch.Acq. Vin. 2, 1: E vo' veder, se con far seco il buono, La gatta morta e 'l doglioso, io potessi Addolciarlo, che e' mi cancellassi.
Definiz: § XXIII. Fare un sacco di gatte, si disse figuratam. e in modo basso, per Sbandarsi, Fuggire chi di qua e chi di là, come gatte che scappassero da un sacco in cui fossero state rinchiuse. –
Esempio: Varch. Stor. 3, 222: Il quale [Cosimo], partitisi, anzi fuggitisi i fuorusciti, e fatto, come diceva il volgo, un sacco di gatte, attendeva a riordinar la città, ec.
Definiz: § XXIV. Gatta ci cova, dicesi familiarmente a significare che in un affare, negozio, o in qualsivoglia atto o fatto, si va preparando e macchinando frode, inganno, insidia, e simili. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 203: Per certo, ch'egli mi convien vedere donde nasce questo tanto fervore e questa tanta divozione; qualche gatta ci cova.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 203: Non mancarà chi dica: io non so donde si venga, che egli non può patire colui, dal quale ha tanti benefizj ricevuto: gatta ci cova.
Esempio: Ambr. Cofan. 4, 2: Non posso credere Che gatta non ci covi.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 477: Fa' Conto, gatta ci cova: eh! i' starò all'erta.
Esempio: Adim. A. Son. 273: Certo gatta ci cova: Che colui che mi fa me' che non suole, O m'ha tradito, o che tradir mi vuole.
Esempio: Lipp. Malm. 11, 5: Perchè ciascun che quivi si ritrova, Vedendo entrar quell'armi colà drento, Subito disse: qui gatta ci cova: Questa è trama di qualche tradimento.
Esempio: Fag. Rim. 2, 169: Allor che qualche torbido si trova In un negozio, e sotto v'è mistero, Si dice tosto: Qui gatta ci cova.
Esempio: E Fag$ Comm. 5, 471: Uh, tu parli in un modo infruscato, che bisogna che sotto gatta ci covi, e che tu abbia paglia in becco.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 35: Quando vi si propone Troppo grasso partito, Non correte all'invito, Che spesso poi si trova Che lì gatta vi cova.
Esempio: Giust. Vers. 43: I bottegaj de' titoli lo sanno, Ma tiran via, perchè gatta ci cova.
Definiz: § XXV. Non esserci nè can nè gatto, Non rimanere , Non trovare, nè can nè gatto. –
V. Cane, § LX.
Definiz: § XXVI. Non tenere gatta in sacco, vale Parlare liberamente, senza alcun ritegno. –
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 100: A voi, che non sapete tener gatta in sacco, quando non bisogna, rinchiuso mando in questa lettera un debol sonetto.
Definiz: § XXVII. Prendere alcuno gatte, ovvero gatta, ed anche mala gatta, a pelare, Pigliare gatte, ovvero gatta, ed anche mala gatta, a pelare, e simili, o Dare ad alcuno, e simili, gatte, ovvero gatta, ed anche mala gatta, a pelare, vale Pigliare a fare, o Dare a fare altrui, cosa ardua, piena di brighe e fastidj, e da non poterne uscire a bene o con onore. –
Esempio: Car. Apol. 4: L'affronto ch'avete fatto al Caro v'ha messo a le mani una mala gatta a pelare.
Esempio: E Car. Lett. ined. 2, 263: Fate ogni servizio che potete a le cose del signor Giuliano, ma non pigliate gatta a pelare.
Esempio: Vai Rim. 6: Ah! che non son le genti oggi sì matte, Che voglin qui fra noi Mettersi a grattar rogna o pelar gatte, E guastar per quei d'altri i fatti suoi.
Esempio: Magal. Lett. scient. 249: Se io fossi, dirò io, un grand'uomo in qualche mestiere, pensate se io m'avvisassi di pigliar, come si dice, gatte a pelare.
Esempio: Fag. Rim. 2, 171: Quando si tratta Che l'uom si mette ad un tropp'arduo impegno, Si dice: Il tal toglie a pelar la gatta.
Esempio: Nell. Iac. Faccend. 1, 2: Oh, che gatte a pelare ch'ella si toglie.
Definiz: § XXVIII. Tenere un occhio alla padella e uno alla gatta, vale Aver in un affare, negozio, o in qualsivoglia cosa, riguardo e considerazione a ciascun particolare, accidente, caso, e simili, Procedere cautamente. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 22, 100: Io vo' ch'ognun coll'arme indosso dorma; Un occhio alla padella, uno alla gatta, Ch'io so che qualche trappola c'è fatta.
Definiz: § XXIX. Uscir di gatta morta, ed anche Uscir di gatta mogia, vale Farsi vivo, Muoversi ed operare con prestezza, Uscire d' inerzia. –
Esempio: Lipp. Malm. 1, 19: Che s'ella avesse un dì gente e moneta, Tu la vedresti uscir di gatta morta.
Esempio: Baldov. Comp. dram. 80: A voi.... Pur converrà frullare Dove bisogni, e uscir di gatta mogia.
Definiz: § XXX. Vendere gatta in sacco, vale Dire ad alcuno una cosa per un'altra, prima ch'egli possa chiarirsi della verità, Ingannarlo intorno a checchessia. –
Esempio: Ambr. Cofan. 5, 8: Per ch'io so che tu se' al tutto al buio Di quel ch'è nato, acciò non t'abbia a essere Detto da altri, e per ch'io non vo' vendere Gatta in sacco a persona, vo' che sappia, ec.
Definiz: § XXXI. Volere la gatta, o Non volere, la gatta, vale proverbialmente Fare, o Non fare, da senno una data cosa, Volere, o Non volere, applicarsi a checchessia, durar fatica, contrastare, e, simili; ed anche si disse Volere la gatta a una cosa, o Non volere, la gatta a una cosa, per Volerci, o Non volerci, attendere. –
Esempio: Bern. Orl. 26, 49: Se v'è qualcun ch'ancor la gatta voglia, Venga, io l'aspetto, e questo ghiotto scioglia.
Esempio: E Bern. Orl. 57, 6: Un cor gentil che per gloria combatta,... Che, come si suol dir, voglia la gatta,... Meriti lode, pregi, onori eterni.
Esempio: Car. Lett. var. 87: Sant'Angelo non ha rotta ancor la prima lancia col Camerlingo; ma fin qui si vede che l'uno sta saldo, e l'altro non vuol la gatta.
Esempio: Lipp. Malm. 12, 51: Quand'ei l'incorse colla cinquadea Perch'al duello non volle la gatta.
Esempio: Not. Malm. 2, 862: Non volle la gatta. Non volle attendere, Non volle badare, Non volle applicare, o far quel tal negozio.
Esempio: Fag. Rim. 2, 169: Se alcun di lavorar non ha pensiero, Spiegar non si può meglio, che dicendo: Ei non ne vuol la gatta in quel mestiero.
Definiz: § XXXII. Alla pentola che bolle non vi s'accosta la gatta: cioè Ognuno sfugge i pericoli; e forse s'intende più propriamente, che si deon fuggire gli uomini incolleriti. Lat. fumantem nasum ursi ne tentaveris. Il che diciamo anche, Non istuzzicare, quando e' fumma, il naso dell'orso.
– Crusc. Vocab. I.
Definiz: § XXXIII. Che colpa n'ha la gatta, se la massaia è matta, o, come oggi dicesi più comunemente, Che colpa n'ha la gatta, se la padrona, è matta? È maniera proverbiale usata a significare, Che quando una cosa, mal custodita, è tolta, la colpa non è di chi la toglie, ma di chi gliela lascia inconsideratamente in preda.
Definiz: § XXXIV. Che colpa n'ha la gatta? Si usò anche figuratam. a significare che talora alcuno attribuisce a chi non ha colpa un danno, che deve imputare a se stesso. –
Esempio: Borgh. V. Stud. Div. Comm. 302: Questo non avvertito ha causato due errori: prima di chi ha biasimato.... Dante di aver usate voci che lor chiamano strane e dure;... l'altro, che senza colpa della lingua, per colpa di chi non la intende, ell'è biasimata, e par che i nostri qualche volta ne intendino manco. Ma che colpa n'ha la gatta?
Definiz: § XXXV. La gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Proverbio che dicesi di chi per troppa fretta fa male alcuna cosa; o per avvertire alcuno di essere nelle sue operazioni cauto, e di non correre a furia.
Definiz: § XXXVI. La gatta tanto s'avvezza alla pappa, che l'è cotta la bocca; lo stesso che Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino. –
Esempio: Pataff. 4: La gatta tanto alla pappa s'avvezza, Che l'è cotta la bocca, e la gargozza.
Definiz: § XXXVII. Ogni gatta vuole il sonaglio; proverbio che significa: Ciascuno pretende di comparire e di segnalarsi. –
Esempio: Gell. Sport. 3, 4: Oh tòi, sì, ogni gatta vuole il sonaglio! insino alle monache voglion far le comedie.
Definiz: § XXXVIII. Quando la gatta non è in paese, i topi ballano; od anche, Dove non son gatte, i topi ballano; proverbj usati a significare che I sottoposti, i dipendenti, si danno bel tempo, e tralasciano di fare quel che dovrebbero, quando sono lontani i superiori, o coloro di cui hanno soggezione.
Definiz: § XXXIX. Tanto va, o, come anche trovasi, torna, la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino, o anche la zampa; proverbio il quale significa: Chi più volte si arrischia a commettere atti cattivi, o prima o dopo viene scoperto, e ne riceve il meritato gastigo. –
Esempio: Salv. Granch. 1, 2: Tanto torna La gatta al lardo, che ella vi lascia La zampa. Monet. Poes. 103: E tanto al lardo va la gatta ardita, Che lo zampin vi lascia, oppur la vita.